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Province, Antonio Saitta: “Macché abolite, rimangono le stesse. L’unica cosa cancellata è il voto”

“Mica penserete che le province siano state abolite?” Antonio Saitta risponde dopo pochi squilli al telefono, il giorno dopo l’approvazione del ddl Delrio che dà l’addio agli enti intermedi, il presidente della Provincia di Torino ha una priorità su tutte: fare chiarezza: “Bisogna evitare confusioni – dice ad Huffpost – se no si rischia di far passare messaggi errati: le province non sono state cancellate”. Anzi. Restano lo stesso numero (107) e mantengono quasi intatte le loro competenze : dal trasporto pubblico su gomma all’edilizia scolastica per le scuole medie passando per la pianificazione territoriale e la tutela dell’ambiente.

Viene da chiedersi cosa sia cambiato allora. “Il sistema di elezione- spiega Saitta – i consiglieri provinciali non saranno più eletti”. Tutto qua? “Tutto qua” risponde. “E mi faccia aggiungere – dice – che da democratico non mi convince che l’unica cosa che viene davvero abolito è il diritto al voto”. Tutto questo questo porterà a un risparmio di 32 milioni, non molto se si considera che le province costano allo Stato circa 12 miliardi di euro l’anno: “Capisco perfettamente – continua il presidente – la necessità di dare un segnale di cambiamento ma il governo non sembra aver tenuto in conto le indicazioni della Corte dei Conti che ha posto l’attenzione su un possible ulteriore quando e se avverrà il passaggio di competenze dalla province alle regioni”. Passaggio che potrebbe avere anche tempi lunghi visto che sarà ogni singolo ente regionale a decidere quando e come renderlo effettivo.

Date per morte le province sembrano invece stare benissimo. Una sensazione di rinnovata vitalità che fa tirare un sospiro di sollievo a chi come Saitta non è solo a capo dell’ente torinese ma anche alla guida dell’istituzione (l’Unione delle province italiane) che mette insieme tutti i colleghi presidenti. Si dice “soddisfatto” anche se lancia una frecciatina al governo: “Serviva più coraggio”. Lui una ricetta per riformare il sistema ce l’avrebbe anche: “Già all’epoca Monti avevo lavorato con il governo per un grande progetto di accorpamento. L’obiettivo era arrivare a 60. Così – aggiunge – la spesa si sarebbe contenuta davvero”. E la novità, definita dirompente da Renzi e Delrio, delle città metropolitane?: “Sono soli modi diversi – conclude – di chiamare le province”.

di Andrea Punzo

da http://www.huffingtonpost.it/

Scritto da Redazione

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