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Julian Assange ed il piano dei neoconservatori per la guerra globale

di Stefano Zecchinelli

Per oltre dieci anni, i neoconservatori statunitensi hanno cercato di silenziare il giornalista investigativo Julian Assange (JA) ricorrendo alla detenzione, alla tortura psicologica fino alle minacce di morte. Nel 2010, in soccorso dei repubblicani d’ultradesta, Hillary Clinton chiese “Non possiamo lanciare un drone contro quest’uomo?” , dimostrando il cinismo dell’establishment contro chi rivela ai cittadini l’agenda del Pentagono per la guerra globale.

La persecuzione di Assange e la fine del giornalismo investigativo

Stefano Zecchinelli

Il giornalismo antimperialista di Wikileaks (WL) ha riscontrato un impatto considerevole sul popolo statunitense motivando i movimenti radicali, spostando a sinistra analisti, fino al 2010, moderati e dando, fuori dagli USA, nuovi argomenti ai governi anticoloniali ed indipendenti. Le reti di collegamento fra Pentagono, neocon e ‘’giornalismo di regime’’, grazie alle inchieste di WL, sono una verità acquisita; una parte degli ‘’analisti’’ liberali hanno occultato, corrotti oppure per convinzione ideologica, i crimini di guerra nord-americani commessi durante le guerre imperialiste degli ultimi anni.

Il panico dell’elite guerrafondaia è rivelatore, scrive il sociologo neomarxista James Petras: ‘’Il Pentagono, la CIA, la presidenza e i loro sostenitori al Congresso furono presi dal panico quando le loro attività segrete vennero alla luce. Hanno fatto ricorso a diversi movimenti disperati, tutti volti a mettere a tacere la libertà di espressione. I giornalisti accusati di indagare sullo “spionaggio”, di lavorare per la Russia, di terroristi islamici o semplicemente di “traditori per soldi”’’ . Nemmeno la recente assoluzione del giornalista australiano  ha fatto desistere il giornalismo liberale dal lanciare accuse prive di fondamento, ciononostante il verdetto della giuria sbugiarda la linea ideologica dettata dai falchi liberal: pubblicare documenti riservati non contrasta col diritto alla privacy. La libertà d’informazione, soprattutto dinanzi una guerra ingiusta, precede di gran lunga il capriccio della classe sovrastante USA. Destra autoritaria e ‘’sinistra’’ capitalista, in questo abominio dei diritti umani, sono parimenti coinvolti.

Agli occhi dei neoconservatori, JA è il nemico numero uno perché ha respinto qualsiasi tentativo di corruzione in un mondo dominato dalla ‘’prostituzione intellettuale’’. La diffusione dei cable sui vertici della piramide capitalista sconvolse, tanto politicamente quanto metodologicamente, i media filo-statunitensi inchiodando la loro prassi omertosa. I mali del capitalismo – corruzione, usura, guerre imperialiste – confluiscono in un unico paradigma: il regime neo-mercantile non è riformabile.

Casa Bianca e Pentagono reagirono mobilitando l’apparato giudiziario, ma nuovi critici, fuoriusciti dal complesso militar-industriali e pentiti, compromisero ulteriormente (soprattutto dopo il 2013) lo strapotere dei guerrafondai svelando l’esistenza dello Stato profondo. Continua Petras: ‘’La libertà di espressione è stata criminalizzata. Ma WL ha continuato. Nuovi e più critici informatori sono arrivati sulla scena, Chelsea Manning, Edward Snowden, William Binney e altri hanno fornito nuove devastanti prove delle grandi distorsioni e falsificazioni di Washington riguardanti le morti civili’’. L’obiettivo del Deep State è crocifiggere Assange, gli analisti/attivisti non allineati si ritrovano col cappio al collo: chiunque ostacola il compimento dell’agenda per la guerra globale va incontro alla morte civile. Colpirne uno per educarne cento.

Si tratta d’una duplice conclusione condivisa da Petras e Chris Hedges, una delle voci più autorevoli della sinistra di classe USA. Leggiamo: ‘’Sono il presagio di un mondo in cui quelli che avranno il coraggio e l’integrità per denunciare l’uso improprio del potere verranno braccati, torturati, sottoposti a processi fittizi e condannati a pene detentive in isolamento. Sono il presagio di una distopia orwelliana, in cui le notizie sono sostituite da propaganda, futilità e intrattenimento. L’arresto di Assange, temo, segna l’inizio ufficiale del totalitarismo corporativo che condizionerà tutte le nostre vite’’ . Il capitalismo corporativo acquista caratteri sempre più invasivi ed antidemocratici i quali, con finalità neocoloniali, compromettono l’essenza stessa del diritto pubblico e della giurisprudenza internazionale. L’etica puritana, fondata sul Destino Manifesto, edificherà una nuova forma di fascismo? Per Hedges, gli USA vanno verso un inedito cristiano-fascismo (evangelico) imputabile (non soltanto alla svolta ‘’trumpista’’) ai neoconservatore ed al proliferare delle organizzazioni neofasciste in una società civile altamente militarizzata.

Conclusione

Gli USA spingono per una guerra neocoloniale contro Iran e Venezuela. JA, mentre veniva arrestato dalla polizia britannica, pronunciò queste parole: “L’U.K. deve resistere a questo tentativo dell’amministrazione Trump. … L’U.K. deve resistere!”. Chris Hedges ha ragione: ‘’Dobbiamo tutti resistere. Dobbiamo, in ogni modo possibile, fare pressioni sul governo britannico per fermare il linciaggio giudiziario di Assange. Se Assange sarà estradato e processato, si creerà un precedente legale che metterà fine alla capacità della stampa, che Trump ha ripetutamente definito “il nemico del popolo,” di mettere il potere di fronte alle sue malefatte’’. Lo Stato profondo, dal lato suo, vuole garantirsi l’impunità davanti le prossime guerre: Iran e Venezuela nell’immediato, poi Russia e Cina. Dalle guerre imperialiste al saccheggio del proletariato occidentale attraverso i diktat del Fondo Monetario Internazionale, insomma un lager alla greca su larga scala. Prima le nazioni esterne al mondo globalizzato poi l’occidente. Conclude Hedges: ‘’Prima Assange. Poi noi’’. La sinistra popolare, partendo dall’esempio nobile di Rafael Correa, deve fare propria la causa del giornalista australiano: la libertà d’informazione non soltanto dai governi (il più delle volte corrotti), ma anche contro governi, intelligence ed un modello socioeconomico, capitalista, obsoleto.

Scritto da Redazione

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