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Bulgaria, Ungheria e Romania criticano l’abrogazione della legge sulle minoranze linguistiche in Ucraina

I governi della Bulgaria, Ungheria e Romania hanno criticato la decisione della Verchovna Rada dell’Ucraina di abrogare la legge sul riconoscimento giuridico delle minoranze linguistiche.

Il ministero degli Esteri bulgaro ha diffuso oggi una nota, in cui esorta la nuova classe politica alla guida dell’Ucraina a cercare l’integrazione di tutti i gruppi etnici nella società ed il rispetto dei diritti e della legalità. Secondo i funzionari bulgari, la decisione del Parlamento si ripercuote su 200.000 bulgari che vivono nel sud dell’Ucraina, dove il bulgaro, grazie alla precedente legge, era riconosciuto ufficialmente come lingua regionale.

Anche il ministro degli Esteri ungherese Janos Martonyi ha anche chiesto il rispetto del diritto di utilizzare liberamente la propria lingua madre a 150.000 ungheresi che vivono in Ucraina. Ha condannato le azioni degli attivisti del movimento ultranazionalista Settore destro,che hanno disturbato le manifestazioni della popolazione ungherese nella città della Transcarpazia di Beregovo.

A sua volta, il presidente romeno Traian Băsescu ha affermato che l’Ucraina, che ospita una comunità di 400.000 romeni, potrà rimanere unita solo se le minoranze verranno rispettate dalle autorità centrali.

di Redazione

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